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Il Parco Nazionale del Matese “s’adda fare”. La sentenza del Tar del Lazio fissa a 180 i termini

L'iniziativa partita da Italia Nostra: un ricorso contro le lungaggini burocratiche e le inadempienze politiche che hanno dilatato i tempo di attesa. Se entro i termini non vi saranno risultati, sarà la volta di un Commissario ad acta

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Veduta di Letino, nel cuore del Parco del Matese

Comunicato – Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Italia Nostra per dare attuazione all’istituzione del parco naturale nazionale del Matese. Il TAR Lazio si è così espresso con sentenza  del 24 ottobre 2024 “sul ricorso numero di registro generale 1676 del 2024, proposto da Associazione Italia Nostra (…) occorre ordinare al Ministero resistente di provvedere (…) nel termine di centottanta giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente sentenza o dalla sua notifica, se anteriore, alla delimitazione provvisoria, nonché all’adozione delle misure di salvaguardia necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi. In caso di ulteriore inerzia nel provvedere entro il detto termine sarà nominato un Commissario ad acta da individuarsi a seguito di apposita istanza della parte interessata”.

“Grazie alla perseverante azione sul territorio di Italia Nostra – dichiara Edoardo Croci, presidente nazionale di Italia Nostra – sarà finalmente realizzato il Parco nazionale del Matese, attuando una legge dello Stato del 2017. Sarà così possibile garantire un futuro sostenibile alle comunità delle due regioni e dei 50 comuni interessati, fondato sulla salvaguardia e la valorizzazione di un’area di particolare pregio per qualità ambientale, biodiversità e paesaggio. Il parco costituirà anche un’opportunità di sviluppo economico fondato sul rispetto dell’identità culturale e naturale dei luoghi e sul turismo sostenibile. Si tratta anche di un passo in avanti per l’Italia nel quadro della Strategia europea per la biodiversità, che richiede entro il 2030 la creazione di una rete coerente e ben gestita di zone protette comprendenti almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’UE, e della Nature Restoration Law. Chiediamo al Ministro dell’ambiente di procedere subito alla perimetrazione e salvaguardia del nuovo parco e mettiamo a disposizione le competenze della nostra associazione per accompagnare il percorso.”

“La decisione di ricorrere in giudizio, proposta dalle sezioni di Campobasso, Isernia. Matese Alto Tammaro, – dichiara Davide Iannelli della Sezione Matese – si è resa necessaria per sbloccare un iter settennale ostacolato da interessi speculativi e da inerzie burocratiche e politiche.  La salvaguardia è urgente e il MASE può agire con immediatezza. Ispra, infatti, ha già valutato tutte le varie istanze territoriali giungendo a puntuali definizioni tecniche e scientifiche del perimetro e della zonazione. Italia Nostra aveva adito il Giudice Amministrativo affinché si pronunciasse sulle inadempienze istituzionali relative all’iter istitutivo, chiedendo di provvedere all’adozione del provvedimento di perimetrazione provvisoria del Parco stesso, all’emanazione delle norme transitorie necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi e, altresì, alla nomina di un commissario ad acta affinché provveda sostitutivamente in caso di ulteriore inadempimento”.

Il Parco Nazionale del Matese, che include oltre 50 comuni, tra quelli della Campania e del Molise, è stato istituito con Legge di Bilancio 2018 (L. 27 dicembre 2017, n. 205, art. 1 c. 116) al fine di salvaguardarne lo straordinario patrimonio storico, naturalistico e paesaggistico, trasformando il parco regionale, istituito dalla regione Campania nel 1993, ma in funzione dal 2002, al fine di ampliarlo e garantire livelli di tutela più elevati. Il ritardo nel completamento della procedura istitutiva del Parco nazionale, oltre a non consentire l’adeguata protezione dei luoghi rispetto all’insediamento di attività non compatibili, ha determinato anche il mancato introito di finanziamenti pubblici, destinati per legge alle aree protette, da impiegare per azioni di conservazione e valorizzazione.

La sentenza, clicca qui

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