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Caiazzo. Per la festa di Santo Stefano esposta l’opera raffigurante il patrono, opera dell’artista Battista Marello

Processione e Messa presieduta dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli

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“Santo Stefano, riflesso luminosissimo del Vangelo; come lui e con il suo esempio siamo chiamati ad essere luce del mondo e sale della terra”. Le parole del vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli nella Basilica Concattedrale di Caiazzo in occasione della festa di Santo Stefano Menicillo, patrono della città e della Diocesi di Alife-Caiazzo. Dopo aver partecipato alla processione, il Pastore ha presieduto la Santa Messa; accanto a lui il Vicario generale don Luigi De Rosa, don Antonio Di Lorenzo alla guida della locale comunità parrocchiale e diversi sacerdoti provenienti dalla Diocesi.

All’inizio della celebrazione, prima di raggiungere l’altare, Mons. Cirulli, sostando presso l’antica tomba del Patrono in prossimità della porta d’ingresso ha scoperto e benedetto il bassorilievo in bronzo raffigurante il santo nell’atto di sorreggere e custodire la città, opera dello scultore casertano, sacerdote, Battista Marello; lavoro reso possibile soprattutto grazie al contributo economico della comunità caiatina e della Parrocchia Maria SS. Assunta che hanno voluto “fissare” in quest’opera una significativa immagine: dalla scultura emergono i luoghi simbolo della città e le case testimoni di secoli di storia e della vita che ha attraversato la cittadina di Caiazzo. Lo sguardo amorevole del Patrono che ne abbraccia l’insieme esprime ancora una volta la cura che Egli manifestò per la sua Caiazzo e la Diocesi di cui fu Pastore.

Presenti alla Messa il sindaco Stefano Giaquinto, le autorità militari, i giovani dell’Azione Cattolica parrocchiale, e l’intero popolo caiatino che in questa giornata ne ricordano la morte (20 ottobre 1023).

Sulla figura di Santo Stefano Menicillo si è soffermato soprattutto don Antonio Di Lorenzo, al termine della celebrazione; dopo i ringraziamenti al Pastore, ai confratelli sacerdoti, ai seminaristi, alla comunità parrocchiale, ha sottolineato come la figura del Patrono “ci ricorda che la vita del cristiano, di ogni cristiano è una vita caratterizzata dall’essere “ponte” innanzitutto con Dio e poi con il prossimo che incontriamo. Ci chiede di tendere la mano e di essere strumenti di unità ad immagine della SS. Trinità che è comunione”; inoltre Santo Stefano insegna a “stare”, spiegandone così la ragione: essere cristiani modello, alla sua maniera è possibile “solo se restiamo ancorati e fermi in Gesù l’unico capace di fare delle nostre povere vite il capolavoro della sua misericordia. Restare significa confrontarsi in tutto ciò che si fa con la sua parola che è Verità. Fare senza stare è come un suono bello ma privo di concretezza”.

Il prossimo appuntamento con il Patrono sarà in occasione della definitiva collocazione dell’opera di Marello; in quella occasione l’opera sarà solennemente benedetta e definitivamente esposta alla visione e alla venerazione.

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