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San Francesco, le sue stimmate: una vita che cambia le vite. Concluso il pellegrinaggio della Reliquia a Piedimonte Matese

Il vescovo Giacomo Cirulli dopo aver accolto la reliquia al Santuario francescano della Madonna dei Lattani nella Diocesi di Teano-Calvi, ha salutato la partenza della stessa dalla Diocesi di Alife-Caiazzo verso la provincia di Benevento: "Francesco, dopo l'esperienza di Cristo sulla terra, ci conferma che l'esperienza di un amore umano, senza misure, è possibile"

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Il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli presiede la Messa domenica 3 novembre

“È possibile l’amore fraterno così come lo chiede Cristo? Francesco insegna che sì, è possibile. Lui che ha incarnato il Vangelo della fraternità amando ogni creatura, ci ricorda attraverso la sua vita, che è possibile amare il prossimo come se stessi proprio come ha fatto Cristo”. Le parole con cui il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli si è rivolto domenica 3 novembre ai fedeli riuniti per la messa al Santuario di Santa Maria Occorrevole, presso il convento francescano di Monte Muto che per una settimana ha ospitato la reliquia maggiore di San Francesco: un lembo di stoffa intriso del sangue delle sue stimmate che in occasione dell’ottavo centenario di quell’avvenimento, partita da La Verna, sta facendo visita ai conventi francescani di tutta Italia.

Un tempo trasformato in un vero e proprio percorso di grazia per coloro che hanno raggiunto il Convento e trascorso davanti a quel segno un attimo o un prolungato momento di preghiera: un segno di vita, quel sangue; segno di chi decide di affrontare e restare nella prova alla maniera di Cristo. Francesco riceve infatti le stimmate il 17 settembre 1224, due anni prima della sua morte, in un momento difficile per la sua nascente comunità, quella che ha tanto desiderato e con ogni fatica messo in piedi; ne avverte più di tutti la distanza; e la Regola che egli ha scritto per la sua comunità gli appare estranea. È il momento di nuove domande e di nuova obbedienza al Vangelo. Non scappa; riporta la sua rivoluzione in una condizione di ascolto e di preghiera; sceglie l’obbedienza al Papa e alla Chiesa ignaro di quali frutti sarebbero nati dalla sua testimonianza; si risintonizza nuovamente e più radicalmente sul Vangelo, il resto è storia di vite (religiosi, religiose e laici) che ancora oggi operano e vivono il Vangelo ispirati al serafico padre Francesco e nel suo nome costruiscono ponti di pace e di bene.

Dal 26 ottobre la chiesa del Convento è stata visitata da fedeli provenienti dalle parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo accompagnati dai loro parroci; dagli studenti dagli Istituti di Istruzione superiore di Piedimonte Matese con i rispettivi docenti: per i più giovani si è aperta la possibilità di catechesi curate da giovani frati normalmente impegnati nella pastorale giovanile e vocazionale, per molti di loro è stata la prima volta a contatto con una reliquia e la prima volta a contatto con Francesco e la prima volta di fronte alla domanda “vuoi essere felice? Cosa vuoi farne della tua vita?”, la stesse che si pose anche il giovane di Assisi di facoltosa famiglia.

Curiosità, affidamento, emozione, partecipazione, propositi: il cuore e la mente di chi ha incontrato Francesco ha vissuto un’esperienza nuova, così come il tema di questo pellegrinaggio ha suggerito (tanto riferito alla storia del Santo, quanto a quella degli uomini in ricerca): “Dalle ferite la vita nuova” il leitmotiv di questo lungo pellegrinaggio, immagine di una strada che si apre nel buio delle storie personali, tra i dubbi e le paure, o di un percorso di vita per coloro che si sono appena messi in cammino come i bambini delle parrocchie di Piedimonte Matese anch’essi invitati ad osservare e comprendere la reliquia.

Francesco non solo ha accolto, ma si è andato incontro visitando il Monastero di San Benedetto e Madonna di Guadalupe dove ha sede una comunità di monache di cui i francescani curano le celebrazioni liturgiche; e l’ospedale civile “Ave Gratia Plena”, luogo della sofferenza e del dolore, per trovare coloro che attendono un segno di conforto, di vicinanza e una spinta a ricominciare.

Domenica sera, l’ultima celebrazione con la presenza della Reliquia è stata presieduta da fra Antonio Tremigliozzi, Ministro della Provincia “Madonna delle Grazie” dei Frati minori del Sannio e dell’Irpinia, il quale ha preso in consegna il reliquiario e con esso proseguito il viaggio di San Francesco verso l’area beneventana.

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