Memoria storica, valore sociale e patrimonio affettivo: potremmo tradurre così l’imminente presentazione e messa in scena dedicati agli antichi Statuti di Caiazzo, già tradotti e portati sul palcoscenico nel 1992. Parliamo dei “Capitoli dell’Assisa o Statuti della città di Caiazzo” che verranno nuovamente presentati sabato 7 dicembre alle 16.00 in Palazzo Mazziotti. L’iniziativa a cura dell’Associazione Storica del Caiatino e del Gruppo teatrale “GioAl” vedrà i saluti istituzionali del sindaco Stefano Giaquinto e la presentazione degli antichi documenti da parte della storica Renata Montanari de Simone; la Compagnia “GioAl” metterà poi in scena alcuni scene tratte dai Documenti. Parliamo un patrimonio documentario che affonda le sue radici molti secoli addietro, nel lontano 1483 e successivamente ad una prima pubblicazione curata nel 1740 dal Giureconsulto caiatino Nicola de Simone, che ne scrisse il commento.
Di cosa si tratta? Con quali carte abbiamo a che fare? E perché tanta attenzione intorno ad esse? Gli Statuti Assisiae Civitatis Calatiae, discussi e approvati dalla Comunità caiatina riunita in parlamento, disciplinavano la vita della Città nelle sue attività quotidiane, come per esempio esercizi commerciali (Alimentari, Macellerie etc), botteghe (falegnami, fabbri, calzolai, sarti, barbieri etc.), allevamenti, per così dire, intra moenia di animali (maiali, capre, asini etc.) e privati cittadini. Il testo integrale che la Comunità potè conoscere in epoca moderna fu reperito grazie all’impegno del pretore Francesco Terzani e del sindaco Bernardino Carbone, e pubblicato con sua prefazione, nel 1873, da Nicola Alianelli. Ad un nuovo impegno civico negli anni Novanta si deve il ritrovato interesse per questo materiale documentario. Nel 1992 infatti l’Associazione Storica del Caiatino, presieduta all’epoca da Nicola Sorbo, grazie al socio fondatore prof. Guido Diana che si fece promotore dell’iniziativa, ne pubblicò la versione in lingua italiana, lavoro per il quale insieme al professore lavorò la prof.ssa Renata Montanari de Simone. Lo statuto”, scriveva Nicola Sorbo nella sua presentazione, “è stato per i cives non solo il prodotto e il simbolo dell’antica autonomia municipale, ma anche lo strumento normativo capace di dare espressione agli interessi urbani e di regolare, secondo modi antichi e sperimentati, larghi settori della pratica giudiziari locale”. Di alcuni capitoli degli Statuti, sceneggiati da Giovanni Albano, napoletano per nascita ma caiatino di adozione, incline, per dono di natura all’arte teatrale, furono oggetto di rappresentazione di giovani attori locali.