Home Territorio Terremoto a Roccamonfina. Uno sguardo al vulcano che ‘governa’ l’alto casertano

Terremoto a Roccamonfina. Uno sguardo al vulcano che ‘governa’ l’alto casertano

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Alle 7.33 la terra ha tremato. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 con epicentro a nord-ovest di Roccamonfina e a 2 km di profondità ha suscitato spavento tra la popolazione locale e nei comuni della zona del Garigliano che hanno avvertito il boato e il movimento tellurico.
La Sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma ha registrato il fenomeno e prontamente confermato i dati ora a disposizione della popolazione e della quotidiana ricerca. Al momento non si registrano danni alle abitazioni o alle persone, turbate, queste ultime, dagli spostamenti di oggetti, dall’oscillazione che seppur breve è stata chiaramente percepita. La Provincia di Caserta ha comunicato di aver dato inizio da quale ora ai sopralluoghi per la sicurezza di strade, viadotti e scuole di competenza dell’Ente.

Un fenomeno che si inscrive perfettamente nella natura del luogo di origine vulcanica. Roccamonfina infatti, oltre ad essere il nome di un comune di circa 3mila abitanti in alto casertano noto per i boschi di castagni e una affollatissima sagra dedicata al loro frutto, è il nome di un antichissimo vulcano, un cono di circa 25 km di circonferenza alla base, inscritto tra i monti Aurunci, la valle del fiume Garigliano, il monte Massico, il monte Maggiore e il monte Cesima. Al centro, una caldera del diametro di circa 6km occupata dai monti Santa Croce e Lattani; la configurazione che il territorio ha assunto nei secoli divenendo comune dimora per i popoli del passato e la popolazione residente, sono il risultato di riempimenti magmatici.

La natura del terremoto odierno, le cui ragioni sono soltanto pronunciabili da esperti, rimanda tuttavia alla classificazione della zona in questione identificata come “Zona sismica 2”, ossia “Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti” così come in buona parte della Campania seppur per ragioni di natura geologica diversa.

L’antica attività vulcanica di Roccamonfina, cessata circa 50.000 anni fa, oggi prosegue di fatto solo con movimenti sismici, esalazioni gassose e sorgenti termali di acque oligominerali come avviene a Riardo; a Sessa Aurunca; a Suio sede di rinomati stabilimenti termali, Francolise e Teano). Altro aspetto connesso alla pregressa attività vulcaninca è la fertilità del suolo su cui come già scritto, si sono sviluppati boschi di castagno, vigneti ed estese coltivazioni di frutta. Ulteriori segnali dell’origine vulcanica del comprensorio è il rinvenimento al suolo di materiale minerale.

Parco di Roccamonfina, con veduta verso i Monti del Matese. Foto Clarus

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