Si torna a condividere e sognare insieme la pace, quella necessaria anche alle piccole comunità civili, alle famiglie, ai quartieri dei nostri paesi. Ne hanno parlato ieri sera Annamaria Gregorio, direttore dell’Ufficio Missionario e referente delle Sportello migranti della Diocesi di Alife-Caiazzo e l’imam di Alife El Mostafa Lattaf in un incontro informale, intorno ad una pizza, per ‘celebrare’ la ventennale collaborazione al servizio delle comunità islamiche residenti sul territorio.
Tramite lo Sportello, che offre servizi come l’avvio di procedure per permessi di soggiorno, assistenza, accompagnamento burocratico (link) è divenuto quotidiano il contatto con stranieri di ogni etnia presenti nell’area matesina della Diocesi che ad ogni arrivo confermano la loro fiducia in persone e istituzioni disponibili a tendere una mano, a creare le condizioni perché nessuno si senta solo e trovi facilmente occasioni di integrazione nella nuova terra di residenza.
Presenti all’incontro anche altri rappresentanti della comunità islamica estesa tra Alife e Piedimonte Matese a cui è stato fatto dono del documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato nel 2019 tra Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb in cui è ribadito l’impegno di ogni religione a costruire la pace, l’impegno a conoscersi reciprocamente, a tutelare la libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione di ogni individuo, ad esercitare la giustizia e il dialogo, a proteggere e tutelare i luoghi di culto… a condannare il terrorismo “dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza”, si legge del Documento.
Temi più volte affrontati e condivisi nelle occasioni di incontro che Annamaria Gregorio ed El Mostafa Lattaf hanno avuto e che in questo momento storico, come accaduto ieri sera, guardano alle tensioni che coinvolgono il Medioriente. Temi sempre all’attenzione per chi, con spirito di collaborazione, così frequentemente è impegnato per i bisogni altrui, per facilitare occasioni di vita e di lavoro. “L’Italia, terra benedetta” il sentimento comune dei presenti, anziani e bambini, ognuno facendo memoria del proprio arrivo nella Penisola, dell’accoglienza e cordialità ricevute che si portano via nel bagaglio qualunque sia la destinazione da prendere se il viaggio è destinato a proseguire.
Conoscersi per accogliersi, per meglio comprendere chi siamo e di quali valori siamo portatori: queste le parole che più di altre hanno arricchito il dialogo della serata, confermando il presupposto che non il giudizio ma il dialogo è il primo passo verso la pace.