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Orazio Michi, ad Alife dopo 400 anni risuona la musica del virtuoso dell’arpa

Opera del musicologo Antonio Bellone, i brevi componimenti a tema amoroso sono stati interpretati da un'ensemble di musicisti del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza

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Una proposta diversa tra le consuete performance a tema natalizio; voci e suoni nuovi che aggiungono conoscenza, rimettono in circolo una storia importante e il sapere. Ad Alife, nella chiesa di Santa Caterina, per la prima volta dopo 400 anni sono tornate in vita le musiche di Orazio Michi, virtuoso arpista barocco originario della città, qui nato nel 1595, cresciuto artisticamente prima a Napoli e poi a Roma dove per lui si apre una intensa carriera artistica presso la corte del Cardinale Alessandro Damasceni Peretti Montalto; per lui anche contatti con la chiesa e l’oratorio di Santa Maria in Vallicella dove poco prima aveva operato San Filippo Neri (qui Michi verrà sepolto dopo la morte avvenuta nel 1641). A rianimare quegli antichi spartiti il musicologo e pianista Antonio Bellone di Piedimonte Matese che tenacemente ha portato a termine una prima parte del minuzioso lavoro di recupero e che intende proseguire: darne spessore e diffusione, nella comunità locale e tra gli studenti del Liceo Musicale di Piedimonte Matese dove insegna storia della musica “per dimostrare che il talento è un dono, in qualunque luogo del mondo, anche nelle piccole aree dove apparentemente ed erroneamente si pensi non possa esservi futuro”. E invece i semi buoni, come fu per Orazio Michi dell’arpa, possono germogliare ovunque e disperdersi lì dove il terreno ne consente i frutti.

A farsi interpreti ieri sera, di 5 piccoli componimenti a tema amoroso, con raffinata passione sono stati i maestri Francesca Donato, soprano; Giuseppe Di Nardo, chitarrista; Fausto Castiglione, violoncellista; Albarosa Di Lieto, arpista; tutti provenienti dal Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza e da esperienze professionali di ampio respiro, in particolare di studio e approfondimento della musica barocca eseguita nella serata alifana con strumenti idonei. In apertura la figura di Orazio Michi presentata dalla moderatrice Annamaria Tartaglia e dalle prof. Flora Sant’Angela e Vincenza Venditto, coinvolte per approfondire la dimensione culturale e letteraria dell’opera del musicista oltre che ricordare la ricerca storica avviata anni or sono sulla sua figura, senza purtroppo – oggi va riconosciuto – seguito particolare.

L’opera di Bellone vuole centrare invece un obiettivo: creare mentalità e consapevolezza sul valore musicale dell’artista e sul percorso che l’ha reso tra i più apprezzati arpisti del suo tempo. Tra il sacro e il profano, Michi seppe scuotere la scena musicale del tempo, sfruttando al meglio il genere madrigale (strofette in cui la musica esprime esclusivamente il significato delle parole, correndo e mutando a seconda del contenuto) che spopolava nelle corti europee già dal ‘300.

Negli occhi dei musicisti e del regista di questo evento, l’emozione viva di chi assume la responsabilità di un’esecuzione che non ha precedenti e deve dare forma ed anima ad un’espressione artistica del passato, deve poter non tradire il senso della composizione così come concepita dal suo creatore, deve recuperare ai “locali” la memoria di un antenato che si vuole tornare ad amare. Esperimento perfettamente riuscito, destinato ad avere ancora eco grazie al seguito che si vuole dare all’iniziativa.

A sposare il progetto del musicologo Bellone, l’Amministrazione comunale di Alife nella persona dell’assessore alla cultura Luca Frattolillo; il sindaco Fernando De Felice, presente alla manifestazione, ha confermato tutto l’interesse per il recupero di quelle figure su cui puntare per ricreare memoria collettiva e moderno senso di partecipazione. Presente il parroco don Pasquale Rubino, la Pro Loco Alifana e cittadini.

A breve gli spartiti riscritti da Bellone e già donati alla Biblioteca comunale di Alife, verranno consegnati anche alla Biblioteca “San Tommaso d’Aquino” della Diocesi di Alife-Caiazzo e alla biblioteca comunale “Aurora Sanseverino” di Piedimonte Matese.

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