Zampogna e ciaramella non vanno in deposito; gli Zampognari di Natale, Raffaele Caruso e Amerigo Rega, dopo il tour che li ha visto in giro per l’Italia annunciano la registrazione di un disco con le nenie natalizie della tradizione. C’è tutta la voglia di non relegare ad un solo tempo dell’anno (quello natalizio) questa passione, ma farne un progetto ancora più grande, un’esperienza che attraverso la registrazione di quei suoni antichi possa “fissarsi” e perché no, diventare motivo di ulteriore esperienza professionale.
Giovanissimi, originari di Ailano, piccolo centro del Parco regionale del Matese, studenti al Conservatorio di Musica “Lorenzo Perosi” di Campobasso, entrambi con esperienze musicali nel Gran Concerto Bandistico Città di Ailano; durante le feste di Natale smettono l’abito elegante delle serate sinfoniche per indossare pantaloni, mantelli e cappelli di nappa e portare “il Natale di una volta” per le strade, negli eventi, nelle piazze d’Italia.
Milano, Venezia, Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Bari le maggiori città toccate dallo “Zampatour” così come hanno battezzato il loro itinerario artistico, a cui si aggiungono paesini, chiese, presepi viventi (l’ultimo quello a San Gregorio Matese), maison della moda in cui è stata cercata la loro musica. Radio e tv e giornali non sono mancati: passando dalle botteghe di San Gregorio Armeno agli studi di RaiUno e RaiDue; da Piazza San Pietro con Papa Francesco a Radio Marte; poi Tv2000 e La7; il Centro Televisivo Vaticano, l’Autorità di Sistema Portuale Del Mar Tirreno centro-settentrionale (Civitavecchia), la Fondazione Ferrovie dello Stato sono solo alcuni dei contesti in cui si sono esibiti per un totale di 42 presenze.
“Un’esperienza straordinaria che ci ha permesso di incontrare realtà diverse ma molto sensibili alla musica degli zampognari”, spiegano al termine del tour; “dunque una bella scoperta sapere che le persone desiderano in fondo, vivere il Natale più antico, quello semplice della tradizione”. Raffaele e Amerigo, lo hanno raccontato più volte anche da queste pagine, non portano uno spettacolo, “ma un valore e la testimonianza che anche dai giovani può nascere l’iniziativa che restituisce alla storia la sua dignità e il suo valore presente”: si riferiscono alla tradizione da cui prende forma lo zampognaro del presepe, ossia quei pastori che durante la transumanza tra le terre d’Abbruzzo e Puglia si accompagnavano con il suono delle zampogne; esportando poi la musica nelle città, divennero figure rappresentative di una società a cui volle ispirarsi anche Sant’Alfonso Maria de’ Liguori per la scrittura dei suoi canti natalizi.
Per vederli nuovamente in scena ci toccherà attendere il prossimo Natale; nel frattempo li accompagniamo con il nostro augurio perché la loro missione di custodi della Storia trovi nuove strade e nuovi traguardi.