Sabato 11 gennaio, ad Assisi alla presenza dei appresentanti della Conferenza della Famiglia francescana si apre ufficialmente l’VIII Centenario del Cantico delle Creature. Due eventi previsti nella mattinata, il primo nel Santuario di San Damiano il secondo in quello della Spoliazione, entrambi trasmessi in diretta streaming (YouTube Frati Minori Assisi). Evento che si pone tra l’anniversario del dono delle stimmate appena celebrato e quello della morte del Santo che la Chiesa ricorderà nel 2026 e sarà caratterizzato da una serie di programmazioni culturali e spirituali di cui segnaliamo “Francesco tra le righe” a Perugia, Assisi e Milano per celebrare gli 800 anni della letteratura italiana, e “Nel nome del Cantico”, dal 2 al 4 dicembre a Roma anch’esso con poeti e letterati.
Tra i testi più letti e più studiati, il Cantico delle Creature (o anche Cantico di Frate Sole) dopo 800 anni resta uno dei baluardi della prima letteratura italiana; le fonti collocano la stesura della prima parte nel 1225 a San Damiano (Assisi) presso il monastero delle Povere Dame. Da un punto di vista letterario siamo in un punto strategico di elevazione del volgare a lingua letteraria di cui il francescanesimo si rende protagonista; altrettanto accade per la spiritualità che esso racchiude: il Cantico delle Creature è diventato così patrimonio identitario culturale e religioso d’Italia.
Un testo da molti definito “mistico” che muove da un’esperienza concreta di Dio che in Francesco è “altissimo”, “onnipotente” e “bono”, espressioni che elevano il Creatore e al contempo lo abbassano all’uomo. Un Dio tutto proteso a donare benefici e benedizioni alle sue creature attraverso il miracolo della natura; è l’uomo di fatto il destinatario di tanta bellezza e tanto vantaggio: da qui la lode di Francesco, sentendosi parte dell’umanità riconoscente a Dio. Gratitudine ripetutamente espressa nell’incipit di ogni strofa “Laudato si’“, assunta nel 2015 come titolo dell’enciclica che Papa Francesco ha dedicato appunto ai temi ambientali dopo che, nei secoli, la Chiesa ha riconosciuto e confermato tale opera quale vero e proprio documento simbolo di lode a Dio per i doni del Creato, o quello che secondo un linguaggio civico potremmo definire “manifesto dell’ecologia”.
Nel Matese, Francesco e il Creato in un’unica esperienza
San Francesco e la natura, un binomio che diventa esperienza visiva e spirituale in un luogo caro ai cittadini del Matese: parliamo dell’eremo della Solitudine nel complesso francescano di Santa Maria Occorrevole su Monte Muto nel comune di Piedimonte Matese dove risiede una piccola comunità di padri francescani impegnati quotidianamente nella preghiera, nelle attività di cura del convento e degli spazi adiacenti, nell’accoglienza dei pellegrini e nel servizio pastorale presso le parrocchie cittadine.
“La Verna del Sud” questo il nome attribuito ad un luogo di forte suggestione, dove silenzio, preghiera, i suoni della natura sono padroni del tempo per chi sceglie di recarsi qui in cerca di pace, di se stesso o di Dio. La Solitudine, costruita dai padri alcantarini (la prima comunità religiosa stabilitasi sul posto) vide sorgere al suo interno una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo e successivamente – su iniziativa di San Giovan Giuseppe della Croce che qui dimorò – un santuario dedicato a Santa Maria degli Angeli. Numerose cappelle disseminate nel bosco si raggiungono facilmente a piedi, mentre il tracciato principale è accompagnato dauna Via Crucis decorata su maiolica. Il bosco circostante si conferma, durante ogni stagione dell’anno, oggetto di studio da parte di naturalisti, botanici, ornitologi… luogo di ascolto e preghiera per il credente.
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